SIMONE MARTINETTO

LA VOCE DI GRAMSCI

La voce di Gramsci è ancora viva. Le sue corde vocali non vibrano più, ma l’aria oggi può essere mossa nuovamente da chi legge i suoi scritti. Quando ho letto alcuni suoi libri ho pensato a come poterli riattualizzare e rendere nuovamente vivi. La video-installazione che qui vedete risponde a questo mio tentativo e ricerca. Nonostante lavori con il cinema da tanti anni, ci tenevo a coinvolgere tre persone reali e non tre attori. Ero in cerca di tre persone, che con le loro storie, potessero incarnare a pieno tre testi di Gramsci. Così ho scelto Antonio, che fa l’operaio, che era per me la persona giusta per incarnare il testo su “animalità e industrialismo” preso dai Quaderni del Carcere. Osazee Matthew che lavora come lavapiatti e aiuto cuoco, era la persona giusta per dare una più attuale chiave di lettura al testo sullo sfruttamento del Nord sul Sud, scritto pensando all’Italia, sempre attuale, ma che qui diventano anche il Nord ricco e il Sud povero del mondo. E infine Salah che incarna in pieno il famoso testo di Gramsci “Odio gli indifferenti”, perché ha preso parte e non è rimasto indifferente contro la dittatura nel suo paese e ha pagato in prima persona per questo.

STORIE

Antonio viene dalla Puglia ed è salito al nord diversi anni fa. Ha fatto per diversi anni il rappresentante, con un buono stipendio, ma da quando ha perso il lavoro è riuscito a trovare solamente un posto da operaio. Ora lavora come operaio in fabbrica per 8 o 9 ore al giorno. Antonio ha una mente libera e molte passioni, tra cui la più grande è la musica. Durante il lavoro non si può ascoltare musica in fabbrica per questioni di concentrazione e poi ci sono già le macchine che con i loro suoni a fare da padroni. Allora Antonio, mentre lavora, spesso canta o si esercita facendo vocalizzi e scale musicali imparate a lezione di musica oppure compone musica inventando nuove melodie che la sera proverà con più calma a casa. Il lavoro in fabbrica è ripetitivo e a volte un po’ noioso e sedentario, per una mente creativa e attiva come quella di Antonio. Ma lui sa trovare altrove la sua libertà. E il suo pensiero spesso percorre strade per nulla conformiste.

Osazee Matthew è scappato dalla Nigeria e venuto in Italia circa dieci anni fa’ e da quest’anno lui e sua figlia di 2 anni hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Nel suo paese ha denunciato un broglio elettorale che ha portato alla vittoria un partito rivale rispetto a quello dove lui lavorava. Osazee ha fatto il venditore ambulante, come molti altri africani, per alcuni anni vendendo per strada fazzolettini e altri oggetti. Attualmente lavora come lavapiatti, aiuto cuoco e cameriere presso un’osteria e ha un regolare contratto di lavoro. Osazee mi ha detto che in Nigeria lo sfruttamento dei paesi ricchi, i paesi del Nord, è una cosa evidente e che gli aiuti non interessati sono pochissimi. Quello che interessa è sfruttare le risorse naturali e molti paesi Europei vanno in Nigeria solo per usare le loro risorse (petrolio, diamanti e il coltan, di cui sono fatti molti dei nostri cellulari) senza restituire un adeguato compenso / scambio per quello che prendono.

Salah è un rifugiato politico, fuggito dal suo paese perché a rischio di essere ucciso e giustiziato. Perché contrario al regime dittatoriale, Salah non è rimasto indifferente, ha preso parte, si è schierato e ha lottato per cambiare le cose. E ha pagato per il suo essersi schierato, in maniera non troppo diversa da come ha pagato anche Gramsci. Per questo è stato torturato atrocemente per più di un mese e messo in carcere per circa 7 anni. Come atto di pura violenza gratuita, nonostante lui si fosse dichiarato disponibile all’arresto, hanno ucciso persone a lui molto care di cui non posso qui dire di più e di cui vi risparmio i dettagli agghiaccianti che mi ha raccontato. Salah ora dorme su una brandina in un seminterrato di un’organizzazione religiosa. Ha una buona cultura e continua ogni giorno a documentarsi sulla politica e sull’attualità. Attualmente non ha un vero lavoro anche se fa vari lavoretti per l’organizzazione che lo ospita. Si sveglia spesso durante la notte quando nella sua mente riaffiorano immagini delle atrocità che ha visto e vissuto.