SIMONE MARTINETTO

Cos’è la libertà?
Cosa significa avere un posto in cui tornare?

VIAGGIATORI

Quando un giorno, per caso, mi sono imbattuto nelle gare di colombi viaggiatori non immaginavo che mi ci sarei dedicato alternativamente per quasi due anni per realizzare questo lavoro. Ero rimasto stupito di come la loro piccola storia potesse aprire degli interrogativi filosofici sempre attuali, quali quelli sulla libertà e sul significato di eleggere un posto come propria casa. Il confronto tra questo tipo di colombi e gli uomini è incredibilmente interessante: i colombi vivono in cattività dentro delle gabbie, ma quando vengono liberati a centinaia di chilometri di distanza, l’unica cosa che desiderano è tornare alle loro gabbie il più in fretta possibile.

Ho utilizzato due punti di vista per rendere al meglio il rapporto che lega e divide gli uomini dai colombi viaggiatori: uno è il mio, un occhio umano con il suo gusto fotografico e la sua partecipazione emotiva; l’altro è lo sguardo dei colombi, ciò che vedono durante i loro viaggi per il cielo, che ho cercato di riprodurre tenendo presente gli studi scientifici sull’ampiezza visuale e i possibili colori percepiti dai loro occhi, scattando talvolta da punti di vista che nel 2005, prima dell’invenzione dei droni, nessun essere umano aveva mai condiviso con gli uccelli.

Viaggiatori evoca in questo modo la storia dei colombi viaggiatori, le loro giornate nelle colombaie, i voli e le gare fatte di lunghi attraversamenti aerei di territori sconosciuti con il solo scopo di ritornare a casa.

Le gare prevedono che i colombi vengano caricati su un camion e portati sino alla località decisa per il lancio, che talvolta dista oltre mille chilometri, dove vengono liberati tutti contemporaneamente. Durante il viaggio di ritorno a casa si formano stormi sempre più piccoli. Alcuni di loro muoiono lungo la strada, altri tornano presi dalla foga di rivedere la propria compagna, dopo giorni di astinenza forzata prima della partenza.

I colombi sono sensibili al campo magnetico terrestre. Alcuni studiosi dicono utilizzino anche l’olfatto, l’udito e la vista per l’orientamento fino. A oggi nessuno sa ancora dire con precisione come i colombi riescano ad orientarsi, né come funzioni esattamente la loro memoria, cosa ricordino durante i lori viaggi. La loro è una lotta contro il tempo e le difficoltà del viaggio. E’ attesa di tornare.

I loro viaggi sono sempre viaggi di ritorno.